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Life goes on, perchè the show must go on….. anche quando tutto sembra nero ed i colori tendono al grigio il ritmo dei giorni passa inesorabilmente e dalla clessidra la sabbia lentamente scende. Finisce anche ottobre, l’avventura al computer continua. Alla fine è pure vera una cosa, il mio vero grande amore è il computer dal primo giorno che io e lui ci siamo conosciuti.:) Ogni tanto ripenso a quel lontano giorno, mi ricordo ogni piccolo dettaglio. Erano 20 anni fa e lui, un Olivetti, grigio, con un monitor che oggi sarebbe un utile pezzo di modernariato, lui si chiamava Aaron, ma a causa di un guasto all’hd nella mia stanza è rimasto poco tempo, quello necessario però per apprendere i primi rudimenti di Ms Dos. Meno di un mese e a sostituirlo arriva un Epson, siamo all’epoca dei 386 seguiti poi dai 486, eppure 20 anni fa sembravano così veloci…Biiip Aroon I si accede ed iniziamo un dialogo fatto di passione, amore, amore intenso, sudore, distrazioni, perdite di tempo, floppy che si incastano, C:/, A:/, directory, mem, e milioni di stringhe, che oggi dopo 20 anni mi chiedo come potessi impararle leggendo libri, osservando appunti dei  corsi seguiti da mia madre e facendo lunghe telefonate con chi sapeva qualcosa più di me, e poi Windows 3.1, semplice rispetto al Dos, ma molto meno utile…..E’ proprio 20 anni fa che mi sono innamorata e il mio amore per il pc resta immutato forse persino amplificato…..

Alla prossima 😉

Scriviamo queste righe con i nostri cuori e le nostre menti sentendoci moralmente colpiti da quel che va accadendo in questi giorni a seguito del fermo di Don Giovanni Usai.
Estremamente garantisti non intendiamo esprimerci sulle indagini, sui fatti, e sulla mera cronaca, perchè crediamo che la giustizia debba sempre fare il suo corso e che solo i giudici del tribunale possano esprimersi in merito.
Questo fatto di cronaca cittadina, che all’istante è balzata anche su prime pagine di giornali nazionali e non, ancora una volta ci indica quanto la comunicazione di massa possieda pregi e difetti.
E’ certo che nella rete si crea l’informazione libera ma spesso anche troppa confusione, infatti si passa con rapida velocità ad essere recettore e creatore di informazioni, causando una grande confusione.
In rete e nei blog non si esita a criticare, giudicare e condannare Giovanni Usai apportando modifiche personali ai pezzi giornalistici con alquanto coloriti paragoni e similitudini, creandone un vero e proprio “mostro”.
Pochi o nessuno osa o vuole ricordare di ciò che stanno a significare 35 anni di metodi alternativi alle misure restrittive, di impegno e rischio personale, di vita vissuta con gli ultimi e tra gli ultimi, praticando costantemente i valori di fratellanza ed umanità. In questo tortuoso camminare fianco fianco a con l’umanità che soffre, si agisce dimenticando sè stessi e lasciando dietro di sè schemi e pregiudizi.
Non siamo qui per sostituirci ad una accusa o ad una difesa, il nostro obiettivo mira a suscitare la sensibilità umana per chi colpevole o meno viene messo, a prescindere, alla gogna della piazza virtuale.

Eleonora
Alessandro
Marco
Alessandra
Silvana

Da qualche giorno, la mia anima e la mia mente sono scosse da profondo turbamento…. , non posso trattenermi oltre….eccomi qui ….
Hanno arrestato Don Giovanni Usai, per me semplicemente Giovanni, direttore ed educatore di una comunità di vita e lavoro quotidiano: il Samaritano.
Un uomo, innanzitutto, un educatore, ma sopratutto una persona.
La stampa, fa il suo dovere, parla delle accuse che la magistratura avrebbe mosso contro Giovanni e parte il tam tam della rete.
Questa è la società della comunicazione!….. Il bello di sapere tutto subito… la libertà del commento e…la possibilità di cadere spesso nell’errore della calunnia….
I blog inquisitori, i post terrificanti, tutti pronti a scagliarsi contro, a giudicare, senza però essere giudici. Tanti troppi luoghi comuni affollano la rete.
Ebbene lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, ma non dimentichiamoci che Giovanni è un uomo, un uomo con anima, spirito e corpo.
Giovanni è un uomo che ha speso gli ultimi 35 anni a creare un mondo diverso e migliore dove tutti e tutte potessero vivere una vita degna di essere vissuta e sicuramente prima rispettare ed essere rispettati.
Educare, educare, educare, rispettare il prossimo, non imporre, non violarne la libertà, rispettarlo per insegnare il rispetto.
Questo è per me Giovanni, persona che profondamente stimo, per il suo impegno nel sociale, per il suo essere comunque sempre presente e disponibile.
Eppure siamo totalmente diversi, io e Giovanni, ma lui, con il suo saper fare, con la sua disponibilità, con il suo sorriso largo e con l’accettare solare, riesce a infondere serenità e sopratutto a rispettarti…. riconosce la disponibilità e la sincerità…
Non posso e non voglio vedere la pubblica gogna a cui è esposto in questi giorni… nessuno di quelli che scrive online sa cosa significa vivere 24 ore su 24 con persone che non conosci, con problemi, con persone sfruttate, maltrattate, che han visto ogni aberrazione del genere umano, donne disadattate, malmenate, uomini che hanno fatto e visto di tutto… eppure Giovanni era li, con loro senza troppe domande e troppi perchè.
Ora… chi condanna a prescindere…dovrebbe riflettere pensare che il giudizio dovrebbe darsi solo dopo che la magistratura darà un verdetto, ma sopratutto che fare di tutta l’erba un fascio non è corretto.
L’uomo, Giovanni, è una persona che con estremo coraggio si è sempre speso per il prossimo, e forse, non è opportuno infangare il suo operato, posto che abbia errato, pagherà gli errori, ma in ogni caso ha fatto molto e per molte persone.
Navigare online e trovare pagine che lo deridono, lo insultano, lo infamano non è certo corretto, non lo è perchè vorrei che quelli che scrivono si trovassero tutti i giorni ad operare in quelle situazioni, si trovassero a affrontare l’umanità che soffre e regalassero a quell’umanità un modo concreto di vivere diverso, sapessero ascoltare, sapessero accettare il prossimo e sopratutto sapessero accogliere l’altro con il sorriso sincero e profondo.
Spesso si parla di fede, di religione, di morale….ma chi e quanti mettono in pratica quegli insegnamenti?
Non ho fede se non quella nell’umana intelligenza, ritengo però che tutto questo parlare e scrivere attorno ai fatti de il Samaritano non siano il meglio che questa società possa dimostrare.
Per me Giovanni è tutti quei detenuti che hanno parlato con lui, che hanno letto e studiato con lui, è le ragazze tolte dalle strade, è il rifugio di profughi, di coloro che non vengono riconosciuti cittadini, è campi, frutte, verdure, è il non limitare la libertà per insegnarne valore…